Spesso mi viene chiesto cosa apprezzo del mio lavoro; la mia risposta è per lo più sempre la stessa…”ogni giorno scopro e vengo a contatto con nuove informazioni, collegamenti, legami tra artisti, posti suggestivi…” e così è stato proprio ieri. Molte volte sono passata davanti al Monumento dei Caduti di Brugherio (MB), ma solamente ieri mi sono chiesta: “Chi sarà lo scultore che ha elaborato quella bellissima scultura alla sommità di quella montagna di pietre? La sinuosità e la forte carica erotica di questa figura femminile mi fanno venire in mente le forme di Bazzaro…”
E infatti è un lavoro del più criticato e anticonformista artista Milanese del primo Novecente…Ernesto Bazzaro e, come vedrete, anche questo suo lavoro suscitò la reazione critica per la sensualità delle forme. Ora vi spiego…
Il Monumento ai Caduti di Brugherio è un complesso scultoreo del 1933 in Via Vittorio Veneto, davanti alle Scuole elementari “Federico Sciviero”.
L’allora podestà di Brugherio, Ercole Balconi, desideroso di commemorare i caduti brugheresi della prima guerra mondiale, decise di commissionare un monumento che ne celebrasse il ricordo presso i loro concittadini. Per questo motivo affidò l’incarico allo scultore scapigliato Ernesto Bazzaro. L’opera, inaugurata ufficialmente nel 1933, era però già da alcuni anni al centro di una diatriba tra il Comune e la Parrocchia, guidata in quegli anni da Don Giuseppe Camagni (1921-1957) che si oppose già dal 1929 all’inaugurazione ufficiale del monumento, per la nudità della Vittoria. Numerosi furono gli sforzi diplomatici compiuti dal preside delle scuole brugheresi per riconciliare le due massime autorità della città, ma finalmente dopo 4 anni, venne posto in essere il monumento. (anche se nel cartello ai piedi della struttura si parla del 1939)
Il primo piano del monumento mette in risalto la drammaticità, determinata dalla tensione di un soldato, supino a terra, il cui braccio è proteso a raccogliere la rosa donata dalla Vittoria, posta alla sommità si una montagnetta piramidale. Il Monumento ai Caduti di Brugherio della Prima Guerra Mondiale è caratterizzato da una forte tensione drammatica, determinata dalla dicotomia gesticolare tra il complesso dei due soldati, posto ai piedi della roccia su cui si erge la Vittoria appoggiata ad un’aquila. La donna, dalla forte valenza erotica, è una figura dinamica protesa verso l’esterno ed è in procinto di gettare una rosa al soldato giunto in soccorso del compagno ormai morto. Il soldato infatti, accortosi della dea, si volge, inquieto e sconvolto, alla divinità per raccoglierne il dono. La tensione drammatica non si esaurisce nella contrapposizione Vittoria/soldati, ma trova un’ulteriore raffigurazione nello stesso gruppo dei due soldati: l’uno inerme e disteso a terra, privo di vita; il secondo, al contrario, è disperato, colto in preda ad una profonda angoscia resa ancora più marcata per il braccio teso verso la pietosa divinità.
Proprio nella figura del caduto lo scultore rivela la propria formazione braidense, riprendendo ancora il dettaglio degli scarponi divaricati e la mollezza della postura del Minatore di Enrico Butti, oltre alla sua forte adesione alla Scapigliatura, che si proponeva di abbandonare il tecnicismo accademico tardo-romantico per affrontare la realtà con un sentimentalismo inquieto, torbido e tendente, per l’ideale di “una vita vissuta fino in fondo”.
Volete approfondire la vita di Ernesto Bazzaro e scoprire quali altre opere vennero criticate? Nel mio ultimo libro Le guide di pietra ho parlato proprio di lui!